miércoles, 28 de marzo de 2012

Riflessione sull'uso della tecnologia in cucina, in risposta a un articolo del Gruppo Virtuale Cuochi Italian


Io voglio fare un po' l'avvocato del diavolo... come sempre.
Non faró nessun commento sugli stipendi: fare cucina è la mia passione mentre accumulare soldi no. Non mi interessa il consumismo, avere una macchina nuova, avere una televisione ultimo grido 3D, la tecnologia ultimo modello eccetera, peró questa è una scelta personale.

Quello che mi preoccupa di più della discussione che stiamo iniziando sono i commenti sulla cucina professionale.
Non mi dite che ormai non siete in grado di cucinare senza un abbattitore di temperatura, un forno trivalente, 5 condizionatori eccetera.
Voglio ricordarvi cari colleghi, che una gran parte della nostra cucina ha origini popolari e contadine. Quasi nessuno al mondo cucina le verdure come facciamo noi, e questo lo dobbiamo alla biodiversità che abbiamo proprio grazie ai contadini che nei secoli hanno risolto i problemi di fame e di carestia con le verdure.
Per questo penso che dovremmo essere noi cuochi a rivendicare il diritto di fare una cucina buona, sana semplice che faccia bene alla salute.

Le grandi attrezzature industriali servono a creare un monopolio nel mondo della ristorazione per eliminare tutti i piccoli e far crescere solo le grandi corporazioni.
Ma vi sembra possibile che in Italia oggi non si possano comprare uova dai contadini, o latte di giornata? Tutto è controllato dalla grande industria. Le uova possono essere piene di ormoni e di antibiotici, ma non possono venire da un pollaio dove le galline sono libere. Ma ci rendiamo conto della follia di una legge del genere?
La salmonella viene quando le galline sono rinchiuse in uno spazio troppo piccolo, e non quando sono libere! Per questo gli danno antibiotici!

Se i cuochi del GVCI fossero i primi al mondo a rivendicare una gastronomia artigianale, sana, senza strane reazioni chimiche, vi assicuro che porteremmo la cucina italiana a livelli mai visti prima. 
Dite che la gente vuole le spume, le arie eccetera: io non credo. La gente vuole mangiare bene, vuole recuperare il diritto di godere del cibo  e della tavola e quelli che cercano le cucine molecolari sono pochi e sono gli stessi che non bevono un vino perchè gli piace ma perchè Wine Spectator ha detto che ha vinto un premio.

Dobbiamo riappropriarci del cibo. E il momento in cui un cuoco rifiuta la tecnologia a oltranza è il momento in cui lui stesso recupera dignità e forza, mentre se non può fare il suo lavoro senza attrezzature che costano miliardi sarà forse ben pagato, ma resta un servo di lusso al servizio delle grandi corporazioni.

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